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“A Pozzuoli la droga si compra solo dai Beneduce”, l’ordine alle piazze di spaccio

I recenti fatti di sangue registrati nel comune del Napoletano potrebbero inquadrarsi nel tentativo dell’articolazione del clan di riprendere il controllo degli stupefacenti.
A cura di Nico Falco
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Anche coi vecchi capi in carcere, la droga si deve acquistare solo dai Longobardi-Beneduce: sarebbe questo l'ordine di camorra che avrebbe portato a diversi fatti di sangue avvenuti di recente a Pozzuoli, in provincia di Napoli, e farlo rispettare ci sarebbero gli affiliati dell'articolazione del gruppo di camorra attiva su Quarto, che starebbe cercando di ristabilire l'ordine a suon di intimidazioni e gambizzazioni. È lo scenario su cui sta indagando le forze di polizia, che nelle scorse settimane ha "captato" le dinamiche verosimilmente alla base delle nuove fibrillazioni.

I ferimenti avvenuti a Pozzuoli

L'ultimo episodio risale alla notte del 20 ottobre: un giovane della provincia è stato ferito da una pallottola al piede. Pochi giorni prima, il 16 ottobre, un altro era stato ferito a Monterusciello, in piazza De Curtis, raggiunto da diversi proiettili esplosi da distanza ravvicinata. E alla fine di settembre, il 28, era stata la volta di un 22enne, anche lui gambizzato. Per i primi due casi le vittime hanno parlato di una rapina, per l'ultimo il ferimento potrebbe essere legato a questioni familiari. Ma le versioni restano al vaglio degli investigatori: c'è la possibilità che dietro ci sia altro, e che i motivi siano in qualche modo collegati ai nuovi contrasti registrati nel mondo della droga.

L'Ala Quartese vuole il controllo della droga

Gli arresti tra le fila del clan Longobardi-Beneduce, avvenuti anche all'ultimo dell'anno, avrebbero significato un "liberi tutti" per i gestori delle piazze di spaccio: sarebbe saltato l'obbligo di rifornirsi dal clan per acquistare la droga all'ingrosso. E sarebbe, di conseguenza, venuto meno un grosso guadagno per la storica cosca attiva tra Pozzuoli e i comuni limitrofi.

Nelle ultime settimane l'Ala Quartese, articolazione dei Longobardi-Beneduce attiva nel vicino comune di Quarto, avrebbe cercato di riprendere in mano la situazione e di imporre nuovamente la fornitura. Incontrando, come prevedibile, le resistenze di chi fino ad allora aveva potuto gestire il traffico senza dover pagare dazio al clan.

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